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La storia di Villa Rusconi-Clerici

Pallanza è un'antichissima cittadina di origini romane ed ha vissuto una storia densa di battaglie e colpi di mano nel susseguirsi dei secoli, anche per la posizione strategica al centro del lago, confine e teatro di scorribande di guerrieri, pirati e vescovi.

In epoca moderna la costa piemontese del Lago Maggiore viene scoperta dalle grandi famiglie italiane solamente dopo l'indipendenza dal dominio austriaco (1859) e le guerre di liberazione che vedono lungo le coste del lago battaglie e audaci colpi di mano dei patrioti e dei garibaldini.

Lo sviluppo delle strade ferrate e la crescita della navigazione a vapore nella seconda metà dell'800 esaltano la vocazione del lago per la villeggiatura.

 Battello a vapore della seconda metà dell'800

Lungo la costa, da Arona fino a Cannobio, nascono residenze sempre più importanti, spesso ad opera di aristocratici dei paesi nordici, inglesi, tedeschi, russi, attirati dal clima dolcissimo e dall'ambiente romantico, reso famoso dalla tradizione del "Grand Tour", che vede passare lungo la strada del Sempione i giovani dell'intellighenzia del Nord Europa, alla ricerca dei luoghi della classicità, da Roma a Firenze, da Venezia a Napoli, fino al lontano Oriente.
Al fervore culturale e mondano, caratterizzato anche dalla presenza sul lago di gran parte dei maggiori pittori italiani dell'epoca, si accompagna, prima della fine del secolo scorso, un vivace progresso industriale alimentato dalla prima energia prodotta nelle valli retrostanti, ricche di mano d'opera e legname.
Pallanza vede nella vicina frazione di Cossogno la realizzazione della prima centrale idroelettrica al mondo e l'illuminazione pubblica delle strade!

Il taglio del traforo del Sempione (1905) e l'apertura della prima autostrada del mondo, da Milano a Sesto Calende (1924), coronano definitivamente lo sviluppo del lago.

Cartolina d'epoca apertura traforo del Sempione

 

Pallanza in una cartolina d'epoca
A Pallanza intanto sono sorte alcune bellissime ville, le più privilegiate in riva al lago.
Sono gli anni nei quali la botanica “moderna” fa i suoi primi passi nel Nord Italia, sulla scia della fama dei grandi giardini all’inglese di Caserta e degli orti botanici di Lucca e di Firenze, nei quali le essenze esotiche portate in Europa dai viaggiatori e giardinieri inglesi, azalee, rododendri, camelie, canfore, magnolie, contribuiscono ad arricchire la rigida scenografia del giardino all’italiana con fioriture straordinarie.
 
In una di queste ville fissa la sua residenza il patriota ungherese e colonnello garibaldino Stefano Türr, dopo la guerra del 1859: è il villino Bozzotti, che sorge dove oggi si erge la Villa Rusconi-Clerici. 


Il colonnello austriaco TürrTürr è un personaggio straordinario, colonnello austriaco disertore arruolatosi con Garibaldi, combattente nella spedizione dei 1000 contro i Borboni con i Cacciatori delle Alpi contro gli Austriaci, poi generale del Regio Esercito, marito di una nipote di Napoleone, organizzatore della realizzazione del canale di Corinto prima e successivamente del taglio del canale di Panama, governatore di Napoli, combattente in Crimea, esule in Turchia per sfuggire ad una condanna a morte degli Austriaci, graziato per intercessione della Regina Vittoria, aiutante di campo del re Savoia, senatore del Regno d’Italia.

Ci piace pensare che alcune camelie e rododendri del giardino siano stati messi a dimora da questo ardente straniero venuto in Italia per combattere per un ideale romantico di libertà e diventato cittadino italiano per amore di una donna e di una terra.
L'immagine più antica della proprietà è del 1857 e mostra il giardino visto dal lago.


L'immagine più antica della Villa del 1857


La Villa e sullo sfondo il Lago MaggioreLa spiaggia è coperta da lastre di granito in lavorazione e un sentierino costeggia tutto il lago passando davanti alla darsena con un curioso ponticelle a dorso d’asino.
Solo alla fine del secolo sarà realizzato l’ampliamento del giardino verso il lago e scomparirà il percorso sulla riva, probabilmente anche perché il lago è stato regolato su un livello più alto sbarrando il fiume Ticino a Sesto Calende.
Il villino Bozzotti era collocato dove fu poi realizzata la villa Biffi, ora Rusconi-Clerici. Le limonaie sono rimaste nella stessa posizione. Non c’è ancora il pontile e la scalinata a lago è davanti alla villa.

Le camelie provenivano certamente dal vivaio Rovelli, il più importante vivaio italiano di acidofile dell'epoca, distante 300 metri, fondato dai nipoti di quel Rovelli che alla fine del 700 trasformò per i Borromeo l'isola Madre da agrumeto, quale era, in giardino.

Immagine d'epoca
Alla fine dell'800 la villa originaria abitata da Türr fu demolita e al suo posto venne edificato un palazzo di gusto eclettico, con ricchi decori neobarocchi, molto più imponente, forse anche perché il padrone di casa, Ferdinando Biffi ed il figlio erano alti più di due metri e quindi vollero che molti dettagli della casa fossero realizzati a loro misura.

 

 

 


Ci piace riportare qui integralmente le pagine dedicate alla villa Biffi nel volume "Ville e Castelli. Edizioni tecnografica" del 1907.

Villa Ferdinando Biffi

 

Immagini storiche della Villa

 

La Villa in una immagine d'epoca

 

Veduta interna della Villa
Ma le parole di allora non riescono a dare ragione della particolare maestosita' accentuata dal grandioso scalone con il bellissimo parapetto in ferro e legno battuto che anticipa le tensioni del liberty.

Ed oggi a quasi un secolo di distanza non può non colpire la magia e il mistero di questi ambienti così pieni di suggestione, con i riflessi del lago che si specchiano tremanti contro i soffitti a cassettoni.

Siamo sempre orgogliosi di esaminare le vecchie foto di inizio secolo e scoprire che solo una parte dell'arredo originario è stato disperso e sostituito nel tempo; lampadari, boiseries, divani, tavoli e sedie sono in gran parte gli stessi di allora.

 

 

 

Il motoscafo della Famiglia Biffi
E infatti pochissimi anni fa, dopo una paziente ricerca, siamo giunti in possesso del vecchio libro di fotografie della famiglia Biffi e, oltre alle foto di Ferdinando e Cristina Pirinoli e del figlio Gianni, abbiamo scoperto le foto degli interni, riconoscendo le nostre poltrone, specchiere, le sedie, oltre agli scorci del giardino e, meraviglia!, il motoscafo, i famigli, gli amici e i bambini di allora.

 

 


Che emozione rivedere con gli occhi del grande il mondo sempre fantasticato da bambino e poter dare un volto a uomini e donne che hanno creato questi spazi stupendi con la passione, il cuore, l’intelligenza e certamente anche con la fatica e il dolore!

Ricordatevi che ogni palazzo che ammirate esiste perché in suo nome ed in nome del potere che rappresentava o garantiva sono stati perpetrati forse delitti e ingiustizie e però vi sono nati amori, follie di desideri impossibili, poesie di sentimenti e tutto quello che di bene e di male noi uomini riusciamo a creare.

 

 


Ma pensate adesso solo in positivo: pensate a una villa e a un giardino come al sogno del cavaliere, al rifugio del viaggiatore, al segreto dell’innamorato e pensate a quanto prezioso è quello spazio per noi che oggi non riusciamo più ad essere cavalieri, viaggiatori o innamorati. 

 

 

 


Pensate a quella grande casa quando negli anni della belle époque ospitava matrimoni, cerimonie e feste; quando nei suoi saloni si davano appuntamento artisti come i fratelli Troubetzkoy, Tominetti e Ranzoni, soldati come il Generale Cadorna e il Comandante Rizzo della Beffa di Buccari, le famiglie aristocratiche delle altre ville del lago, i Pallavicino, i Manca di Villahermosa, gli Amman, i Melzi d'Eril, i Francfort, i Branca di Romanico, i Browne Casanova e le famiglie della nascente borghesia industriale. 

 

 

 


E però pensate che nella sua lunga storia la villa ha visto anche nascite e morti e tragedie e guerre; così durante la seconda guerra mondiale nel salone a piano terra era acquartierato un comando Gestapo e la villa stessa fu oggetto di un tentativo di requisizione da parte della X MAS, insieme all'isolino S. Giovanni e alla villa Eremitaggio, si vociferava per ospitare una flottiglia di barchini da guerra. 

 

 


Ma poi è tornata la pace e la casa ha iniziato il suo secondo secolo di vita ed ai Biffi sono subentrati i conti Rusconi-Clerici, che hanno mantenuto intatto, con passione e impegno, il fascino di questa grande straordinaria casa e del giardino, nato dall'amore di uno straniero per il nostro bellissimo lago e, tanti anni dopo, ritornato vivo e risplendente della prorompente personalità di un'altra straniera del Nord, di famiglia prussiana, mia mamma.
 

 

 

 


E la vecchia villa continua ad accogliere i suoi ospiti con i colori delle azalee, ad ammaliarli con il profumo dell'olea fragrans e ad affascinarli con il sottile romanticismo del lago, dove sono tornati a nidificare gli svassi, i cigni ed i germani nella vicina isola di S. Giovanni, rifugio nel dopoguerra del Maestro Toscanini.


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